Jean Monnet, politico e consulente economico francese, è sempre stato un fervente sostenitore dell'integrazione europea. Le sue idee hanno ispirato il piano Schuman per unire la produzione nazionale francese e tedesca di carbone e acciaio.

Vita e carriera
Allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, Monnet contattò il governo presentando una proposta per coordinare meglio il trasporto delle forniture di guerra con gli alleati della Francia. Nel 1919 fu poi nominato vicesegretario generale della neonata Società delle Nazioni. Nel 1943, Monnet entrò a far parte del Comitato francese di liberazione nazionale, il governo francese di fatto in esilio ad Algeri. Durante questo periodo espresse per la prima volta la sua visione di un'Europa unita per mantenere la pace.
Una visione per l'Europa
Con l'aumento delle tensioni internazionali nel dopoguerra, Monnet sentì che era tempo di compiere passi concreti verso l'unità europea e, insieme ai suoi collaboratori, iniziò a lavorare al concetto di Comunità europea. Il 9 maggio 1950, il ministro degli Affari esteri francese Robert Schuman rese la cosiddetta "dichiarazione Schuman" a nome del governo francese.
La dichiarazione, promossa e preparata da Monnet, proponeva di collocare l'intera produzione franco-tedesca del carbone e dell'acciaio sotto un'unica alta autorità. L'idea alla base era che, se le due nazioni più potenti del continente avessero condiviso la produzione di tali risorse, in futuro si sarebbero evitate altre guerre.

Pubblicazioni
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